[WOCTT] STELLA Battaglia di Adua.

↗ 1877 ↘ 1888, ↗ 1896 ↘ 1896.

Vétéran de la bataille d’Adua

UGS : 0188700 Catégories : ,

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La testimonianza che ora si rende edita, fu scritta dall ‘allora capitano di fanteria Alberto Woctt. Ciò che rende la sua voce particolarmente diversa dalle altre è la narrazione fotografica dell’avvenimento, senza eufemismi o silenzi di alcun genere.

Vergata dal 10 luglio al 20 agosto 1896, conserva la piena freschezza dei ricordi, pungolati dalle ferite rimediate ad Adua e non ancora rimar-ginate. E un racconto scritto per se stesso e non su se stesso, riferendo su uomini e cose nel bene e nel male.

Di origine svizzera (il nonno, Michele, si trasferì in Italia quale militare al servizio di Pio IX), Alberto Woctt nacque a Forlì il 17 febbraio 1861 da Ullise (sic!) ed Elvira Sanso-vini.

Scelta la carriera militare, fu sottotenente nel 4° Reggimento bersaglieri, e, col grado successivo, prese parte alla Campagna d’Africa del 1887-1888.

Nel 1893 era capitano presso il 78° Reggimento fanteria di stanza a Ravenna, e da qui partì per l’Eritrea il 10 gennaio 1896.

Ad Adua comandava la 4a compagnia del 3° Battaglione Fanteria Africa del 6° Reggimento, Brigata Dabormida. Per la sua azione sul campo di battaglia venne decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare colla seguente motivazione: «Diresse la sua compagnia con ammirevole fermezza e slancio rimanendo ferito». (Gazzetta Ufficiale del Regno, Anno 1898, p. 968).

Rimasto volontariamente in Eri¬trea dopo Adua, comandato al 28° Battaglione Fanteria Africa, partecipò al secondo periodo della Campagna, concorrendo allo sbloccamene del forte di Adigrat.

Rimpatriato il 25 giugno del 1896 sul piroscafo «Montebello», raggiunse poi il grado di tenente colonnello, e, stabilitosi prima a Dozza e poi ad Imola, qui morì il 18 ottobre 1938, nella casa sita in via Crispi al civico 47, alle ore 9,45 della mattina.

Finiva così la vita di un soldato che comunque continuò a credere ed a pretendere efficienza e spinta motivata in quello che si faceva, e d’altronde le memorie chiarificano tale suo carattere. Il personaggio comunque sta tutto qui, narrato da lui stesso attra-verso sensazioni, esperienze, delusioni e rabbia.

Quanti ricorderanno in Imola queir anziana persona, negli ultimi anni della sua vita, muoversi per le vie della città. E non sarebbe stato facile, all’epoca, immaginarlo più giovane di oltre quarant ‘anni, con tanto di sciabola sguainata, combattere e trascinare coli ‘esempio i suoi uomini contro le orde abissine di Menelich, tra le tragiche forre di Adua, quel 1 ° marzo 1896.

Source: Stella, page 11-12.

Biblethiophile, 13.10.2019